DOI: 10.30443/POI2020-0018

Recensione a Critica della teologia politica. Voci ebraiche su Carl Schmitt, a cura di G. Fazio, F. Lijoi, Quodlibet, Macerata 2019, 259 pp.

di Alessio Lembo

 

Il volume antologico Critica della teologia politica, curato da Giorgio Fazio e Federico Lijoi, raccoglie diversi saggi di alcuni fra i principali critici di Carl Schmitt di origine ebraica. Testi di Walter Benjamin, Hans Kelsen, Leo Strauss, Karl Löwith e Jacob Taubes sono qui ritradotti e curati rispettivamente da Dario Gentili, Federico Lijoi, Massimo Palma, Giorgio Fazio ed Elettra Stimilli. Ogni curatore propone un saggio a mo’ di postfazione. I cinque autori oggetto dell’antologia sono accomunati non soltanto da drammatiche vicende biografiche legate alle proprie origini ebraiche, ma soprattutto dal confronto costante con l’inaggirabile e ingombrante pensiero di Carl Schmitt, punta di diamante delle «aporie di fondo dell’intero progetto politico della modernità» (p. 7). Esiste un punto di conver-genza nelle riflessioni di autori tanto diversi fra loro al di fuori della, a volte labile, identità ebraica? Essi trovarono nella teologia politica l’emblema delle ambiguità ideologiche del pensiero schmittiano.

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