Recensione a R. Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini, Nerbini, Firenze 2019, 220 pp.
di Antonio Sordillo
«Prima di praticare per trent’anni lo Zen vedevo le montagne come montagne e le acque come acque. Quando giunsi ad una sapienza più profonda vidi che le montagne non sono montagne e le acque non sono acque. Ora che ho raggiunto l’essenza della sapienza sono in pace perché vedo le montagne come montagne e le acque come acque». Schiavolin (d’ora in poi l’A.), citando l’apoftegma attribuito al maestro cinese Li Ching-yuen quale sintesi del percorso speculativo compiuto da Marco Vannini nelle sue opere (p. 141), nella sostanza ne suggerisce l’inizio della sua mistica speculativa, la direzione, gli esiti. Il testo, in effetti, è scritto con rigoroso metodo e presenta la proposta del «cristianesimo paradossale» di Vannini (p. 84), ponendola al vaglio delle numerose cri-tiche mosse al filosofo toscano (pp. 80-92).
Sordillo, Recensione Mistica e filosofia