DOI: 10.5281/zenodo.5714469

Differenza, subalternità, autodeterminazione. Sul taglio sovversivo dei femminismi nel presente globale

di Marianna Esposito

Affrontare una riflessione sul ‘genere’ dalla prospettiva del pensiero femminista vuol dire essere chiamati ad assumere un punto di vista inscritto nella storicità del presente e nelle sue contraddizioni. Mettere alla prova la ricerca di senso mobilitata dal femminismo nel presente globale, nel quadro attuale delle trasformazioni culturali, bioeconomiche, geopolitiche in cui si intersecano temporalità, dimensioni spaziali, logiche di potere.
Se, infatti, il femminismo, in quanto critica permanente del presente, esige di passare al vaglio dell’esperienza corporea le verità dei discorsi configurate dai rapporti di potere, allora l’uguaglianza/differenza dei sessi si afferma come una questione centrale nel dibattito contemporaneo di cui non si può eludere la portata politica.
La questione è stata focalizzata di recente dalla filosofa e storica del pensiero femminista francese Geneviève Fraisse che ha sintetizzato con efficacia il problema utilizzando l’espressione ‘contrattempo’ per indicare «l’ostacolo dell’atemporalità» che affligge in maniera endemica il processo storico di emancipazione delle donne e dei soggetti subalterni: la contraddizione strutturale, radicata nella logica universalistica dei diritti, produttiva di effetti escludenti in rapporto alla condizione materiale dei sessi, delle razze, dei colonizzati. «Socialismo, marxismo, anarchismo (e sindacalismo), nessun movimento rivoluzionario sfuggirà alla questione della sincronia, o piuttosto della discronia tra le emancipazioni, quella del popolo, quella dei sessi (e delle “razze”, dei colonizzati)». Soffermandoci per ora alla differenza sessuale, potremmo dire allora che, nella riflessione di Fraisse, il contrattempo rappresenta lo sfasamento temporale con cui è riconosciuto alle donne il diritto all’uguaglianza rispetto agli uomini. Il che significa, nel lessico giuridico-formale: rispetto al principio di uguaglianza universale ratificato dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino che, da un lato, segna l’atto di nascita della democrazia moderna proclamando l’universalità dei diritti, e dall’altro, decide in maniera celata l’esclusione delle donne alla partecipazione attiva allo status di cittadinanza in virtù di una logica apparentemente neutra, ma di fatto improntata al genere maschile.

Keywords: Equality, Setback, Subalternity, Difference, Feminist Practices

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Marianna Esposito, Differenza, subalternità, autodeterminazione. Sul taglio sovversivo dei femminismi nel presente globale