DOI: 10.30443/POI2020-0006

Scrivere di filosofia, scrivere per la filosofia. La polivoca posizione platonica sulla scrittura

di Federica Piangerelli

 

Come Apollo delfico che, per Eraclito, non dice e non nasconde ma parla per segni solo a chi è in grado di intenderli, Platone inventa uno stile di scrittura enigmatico che solo il lettore attento può decifrare. Quello platonico, infatti, è un modus scribendi particolarissimo, che l’Ateniese stesso definisce “gioco serio” e che rende la lettura dei dialoghi un autentico esercizio filosofico.
Il presente contributo intende esaminare le ragioni teoriche e le ricadute pratiche sottese a questa forma espositiva, così da analizzare anche la polivoca posizione platonica sul testo scritto come mezzo di comunicazione. L’itinerario argomentativo proposto muove dalla disamina di un caso specifico, tratto dal Teeteto, per poi ampliare l’indagine con riferimento a due testi centrali, ovvero il Fedro e la Lettera VII, in cui Platone mette a tema diverse problematiche relative al nesso tra oralità e scrittura. Infine, per irrobustire la tesi dello scritto come “gioco serio”, l’articolo si conclude con ulteriori esempi dall’Eutidemo.

Keywords: Dialectic, Theatetus, Phaedrus, Euthydemus, Multifocal Approach

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