Femminismi americani a confronto. La Mistica della femminilità tra “seconda ondata” e mainstream contemporaneo
di Giulia Longoni
Nel celebre saggio The Feminine Mystique, pubblicato nel 1963, Betty Friedan analizza la posizione specifica delle donne bianche di classe media che negli anni Cinquanta, pur avendo la possibilità di accedere ad un’istruzione completa, continuano ad essere escluse dalle professioni lavorative più prestigiose per rimanere cristallizzate nella loro unica funzionalità riproduttiva. Friedan parte dalla sua posizione situata di donna che ha vissuto in prima persona tale fenomeno, per poi avanzare una disamina dei processi sociali che costringono tutte le donne sue contemporanee ad una posizione di sualternità.
L’autrice individua quello da lei definito come il “problema che non ha nome”: un sentimento di incompletezza per cui le donne che svolgono un lavoro unicamente domestico si sentono private di un’identità propria. «The problem lay buried, unspoken, for many years in the minds of American women. It was a strange stirring, a sense of dissatisfaction, a yearning that women suffered in the middle of the twentieth century in the United States». Friedan intervista le donne in merito al loro ruolo di mogli e madri e arriva a considerare il “problema che non ha nome” come condiviso da un numero sconfinato di statunitensi.
Keywords: Feminine Mystique, Feminism, Neoliberalism, Vulnerability
Giulia Longoni, Femminismi americani a confronto