Recensione a S. Natoli, Il fine della politica. Dalla «teologia del regno» al «governo della contingenza», Bollati Boringhieri, Torino 2019, 120 pp.
di Fiorenza Manzo
Il nuovo saggio di Salvatore Natoli conduce il lettore, capitolo per capitolo, attraverso le epoche che hanno segnato un punto di non ritorno nel modo di percepire il tempo della vita, da cui strettamente dipende un peculiare modo di concepire il proprio agire nel mondo e una precisa disposizione ad orientare le proprie azioni al compimento di un destino o di un fine. Dei “transiti di coscienza” occorsi nel passaggio da un’epoca all’altra, Natoli offre una chiave di lettura che consiste nel richiamo alla categoria di éschaton (ἔσχατον): dalla sua peculiare elaborazione nell’ebraismo, in cui opera come fondamento costitutivo o elettivo del popolo stesso, ai giorni nostri, in cui «è tramontata la “stella della redenzione”» ma non è «venuto meno il bisogno di salvezza».
Recensione Manzo