DOI: 10.30443/POI2019-0021

Recensione a C. Mouffe, La sfida del populismo, a cura di F.S. Festa, Castelvecchi, Roma 2019, 56 pp.

di Gianmichele Tuozzo

 

La sfida del populismo, a cura di Francesco Saverio Festa per le edizioni Castelvecchi, è la traduzione italiana del saggio della politologa belga Chantal Mouffe dal titolo La “fin du politique” et le défi du populism de droit pubblicato nel 2002 su “Revue du MAUSS”. Occasione del saggio è per Mouffe un fatto contingente che all’improv-viso “balza al cospetto della scena europea”. L’anno 2002 rappresenta infatti un momento paradigmatico nella recente storia europea per l’esplodere, o per l’affermarsi, in diversi paesi europei tra cui la Francia, l’Austria e i Paesi Bassi, del populismo di destra.
Sebbene il quadro politico sia oggi profondamente mutato, le recenti elezioni europee, come sottolineato da Festa nella sua Introduzione, hanno legittimato la “famiglia politico-ideologica” populista, confermandola nella sua posizione anti-establishment. Ciò che invece resta immutato, e in ciò consiste l’attualità e il pregio della riflessione di Mouffe, è la validità dell’argomentare teorico rispetto all’interpretazione del fenomeno populista e al modo in cui esso viene trattato e respinto dai partiti tradizionali di governo e dall’opinione pubblica europea. Perché la strategia populista è tanto vincente? E perché le forme di opposizione al fenomeno populista hanno soltanto contribuito a rinforzarlo? Per rispondere a questi quesiti Mouffe deve rivolgersi e mettere in questione “i fondamenti individualistici e razionalistici delle correnti dominanti della teoria politica della democrazia”.

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