DOI: 10.5281/zenodo.5714969

Recensione a M. Cocco, Una Cina “perfetta”, Carocci, Roma 2020, 203 pp.

di Giuseppe Palermo

 

A cento anni dalla sua fondazione, longevità che permette alla Cina socialista il ‘sorpasso’ (non celebrato) all’URSS come paese socialista più longevo, il PCC si ritrova ad affrontare una serie di sfide che non potranno non modificare l’aspetto del paese e di tutto il mondo. Un anno dopo la gestione rigorosa della pandemia da Covid-19, scoppiata proprio in Cina, Xi Jinping ha dichiarato l’ambizioso progetto di eli-minare completamente la povertà nel paese nel secondo semestre del 2021. La Cina sta cambiando: dopo la rivoluzione maoista, la sua ‘chiusura ideologica’ e lo stravolgimento da parte delle riforme di mercato di Deng, il paese più popoloso al mondo si appresta ad entrare in quella che è definita dallo stesso Xi la ‘Nuova era’. […] Il saggio non indulge in riflessioni ideologiche sull’ortodossia, partendo dal presupposto fondamentale del marxismo cinese: «per il PCC il marxismo non è una dottrina ma un metodo, le cui teorie vanno calate nella realtà cinese» (p. 81). Piuttosto, l’attenzione dell’autore si sofferma sulla direzione della prassi del partito, la lungimiranza delle sue decisioni (i forti investimenti infrastrutturali, in patria e all’estero), le criticità: tra queste ultime, la tendenza a un controllo sociale asfissiante attraverso tecnologie all’avanguardia e la gestione dei conflitti interni, in particolare Hong Kong e Xinjiang, sui quali fanno leva (non senza ipocrisia) le critiche degli ormai proclamati ‘avversari’ occidentali. Gli otto capitoli che compongono il testo, ai quali precede la pregevole prefazione di Guido Samarani, si concentrano su ‘rinascita nazionale’ (con relativi problemi legati alle aree più instabili), sulla Nuova Via della Seta, sull’approccio del partito alla Nuova Era e sulla lotta alla corruzione portata avanti con durezza e con vittime illustri, sulle caratteristiche ideologiche della via di Xi al socialismo.

 

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Recensione di Giuseppe Palermo a Michelangelo Cocco, Una Cina “perfetta”