DOI: 10.30443/POI2018-0001

La filosofia e noi

Luoghi e chance del pensiero

di Daniela Calabrò

Il 18 aprile del 1975 a Copenaghen, viene conferito il Premio Sonning per i contributi alla cultura europea ad Hannah Arendt che, in quell’occasione, ha modo di riflettere sul ruolo pubblico assegnato alla filosofia. La sua riflessione, che parte dalla considerazione personale di non essere amante delle apparizioni pubbliche, finisce però con l’analizzare e fare il punto della situazione sul posto e sulla condizione della filosofia proprio nella vita pubblica. Di qui, quella che in apparenza sembra essere, nel pensiero della Arendt, una contraddizione: da un lato il modello tramandatoci da Socrate, il filosofo che vive l’agorà, che professa il dialéghestai come misura per la ricerca della verità e la messa in moto del pensiero e, dall’altro, il modello tramandatoci da Epicuro tutto incentrato sul lathe biosas, il ‘vivi nascosto’ che viene raccomandato a colui che aspira ad essere filosofo.
Dove “abita” allora la filosofia? Qual è la sua dimora, il suo oikos? Quale luogo è più congeniale perché essa possa esprimersi?

 

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P.O.I. n. 2, Daniela Calabrò, La filosofia e noi