DOI: 10.30443/POI2019-0015

Ludicizzazione del lavoro e principio di prestazione. Attualità di Herbert Marcuse

di Luca Baldassarre

 

Nell’ultimo decennio, parallelamente all’accelerazione dello sviluppo dei new media ed in concomitanza con l’esplosione della sedicente rivoluzione digitale, si sono moltiplicati in maniera esponenziale gli studi sulla cosiddetta gamification, termine tradotto in italiano con “ludicizzazione” e talvolta con l’orribile resa letterale di “gamificazione”. Una breve ricerca su Internet restituisce con facilità innumerevoli definizioni, tendenzialmente concordanti nella sostanza e che fanno capo alle analisi di chi, in pochi anni, è riuscito a canalizzare le proprie indagini in qualità di esperto in gamification e di game designer. Sebastian Deterding definisce tale processo come «l’uso di elementi del game design in contesti non-ludici»; per Gabe Zichermann è «l’idea di utilizzare il game-thinking, la meccanica e la struttura del gioco per risolvere problemi e coinvolgere un pubblico potenziale». Di indubbio valore risulta allora ancora oggi – se non nei dettagli, quantomeno nell’impostazione generale – quell’accurato tentativo di definire lo statuto ontologico del lavoro promosso dal giovane Herbert Marcuse nei primi anni ’30 del secolo scorso. L’analisi del suo Über die philosophischen Grundlagen des wirtschaftswissenschaftlichen Arbeitsbegriffs può infatti aiutarci a chiarire le dinamiche attuali, a frantumare la scorza ideologica dietro alla quale si celano i rapporti di dominio.

Parole-chiave: Gioco, Prestazione, Alienazione, Reificazione

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5. P.O.I. - Filosofia e lavoro. Ieri e oggi- Baldassarre