DOI: 10.30443/POI2020-0010

Glosse al pensiero. Gómez Dávila, Cioran, Emo

di Pier Alberto Porceddu Cilione

 

A volte, la musa della filosofia è una musa silenziosa. Se il “canone maggiore” della tradizione filosofica rivendica per sé una scrittura estesa, argomentativa, traccia di un flusso di pensiero compatto e ordinato, dove la maestà del ragionamento si riflette nell’ordito dello sviluppo logico, vi è anche una tradizione “minore”, fatta di una testualità meno estesa, redatta da pensatori appartati, i quali registrano le loro riflessioni in uno “stile breve”: breviter philosophari. Come va pensata questa brevitas? Come è da considerare, da un punto di vista filosofico, lo stile della “scrittura breve”? Come è fatta questa idea di breviter philosophari? E come va pensato – filosoficamente – questo “genere” di scrittura? Qui ci si occuperà di tre autori che, pur assai diversi e pur provenendo da tradizioni lontane, convergono su questo genere di scrittura: il colombiano Nicolás Gómez Dávila, il rumeno-francese Emil Cioran e l’italiano Andrea Emo.

Keywords: Short Form, Aphorism, Existential Attitude, Philosophy, Solitude

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