Pratiche artistiche e pratiche filosofiche: somiglianze di famiglia e esperienze in-between
di Piero Castellano
Quando si affrontano questioni relative al rapporto tra arte e filosofia ci si trova di fronte ad una sconfinata letteratura che, prendendo avvio dal pensiero di Platone, si è sviluppata, in una pluralità di forme ed espressioni, fino ai giorni nostri.
Nel breve spazio di questo articolo, che non può certo affrontare queste grandi questioni e che deliberatamente prescinde da una loro impostazione storicizzante, farò solo qualche osservazione su alcune “somiglianze di famiglia” che tendono a manifestarsi tra una parte della più recente arte contemporanea e le pratiche filosofiche.
Il tema che qui si discute non ricade nell’ambito dei reciproci rimandi tra i due mondi a sé stanti dell’Arte e della Filosofia, nella loro definizione di aree o domini estetici e teoretici, storicamente strutturata a livello accademico e istituzionale.
Lo spazio tematico è invece quello estremamente più incerto e mobile dell’arte e della filosofia che, perdendo, o, meglio, liberandosi della lettera maiuscola, ci si presentano come pratiche minori, radicalmente diverse dalle loro storiche configurazioni. La loro minorità, come vedremo, non ha nulla di peggiorativo perché è l’espressione di tendenze recenti e ancora non molto diffuse rivolte a aprire nuovi orizzonti alla creatività del pensiero e artistica.