B. Lotto, Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo, trad. it. di G. Oliviero, Bollati Boringhieri, Torino 2017, 332 pp.
di Alessandro D’Ursi
Cosa vediamo esattamente quando percepiamo la realtà? Abbiamo un accesso diretto ad essa? Percepiamo il mondo accuratamente, in maniera oggettiva, imparziale e impersonale, così come è in sé? Ciò che vediamo corrisponde esattamente a ciò che è là fuori nel mondo esterno?
Le questioni sulla natura della percezione e dei percetti, che hanno interessato la speculazione filosofica sin dalle sue antiche espressioni e che continuano ad alimentare il contemporaneo dibattito di filosofia della mente, ottengono una risposta definitiva nel recente saggio del neuroscienziato dello University College di Londra, Beau Lotto.
In accordo con il filosofo irlandese del XVIII secolo George Berkeley, l’autore afferma che noi non abbiamo accesso diretto alla realtà e che percepiamo la realtà attraverso le sensazioni, o idee, che di essa abbiamo. La realtà percepita non corrisponde esattamente alla realtà fisica oggettiva, perché essa è semplicemente una rappresentazione utile del mondo che il nostro cervello elabora a partire da ciò che colpisce i nostri sensi.