DOI: 10.5281/zenodo.8279418

Di cosa parliamo quando parliamo ogni giorno

di Sergio Vitale

Nel delineare i caratteri di una nascente «psicologia concreta», Georges Politzer, nell’articolo pubblicato sulla Revue de psychologie concrète del luglio 1929, sottolineava a più riprese la necessità di porre al centro dell’indagine gli «eventi reali della vita umana», ovvero «l’insieme dei fatti umani, considerati nel loro rapporto con l’individuo umano, cioè in quanto costituiscono la vita di un uomo e la vita degli uomini». In questo modo indicava la via per fare finalmente della psicologia una scienza che prendesse in esame non più i processi fisiologici soggiacenti al comportamento, ma il comportamento stesso, «l’uomo che lavora, non il muscolo che si contrae»; una scienza che al contempo non fosse più «la proiezione […] di quello che il “popolo” deve credere affinché un certo regime sociale possa sussistere».

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Vitale, Di cosa parliamo